Adriano Sofri

Conosco bene una signora che si chiama Marzia Corini. Giornali e telegiornali parlano dell’arresto di Marzia Corini, accusata di aver accelerato la morte di suo fratello, 51enne, malato terminale di cancro, dopo avergli fatto cambiare il testamento in proprio favore. Il clamore viene, oltre che dall’accusa raccapricciante, dalla notorietà del defunto, avvocato di spicco a La Spezia, che aveva fra i suoi assistiti anche Gigi Buffon: è il dettaglio che sta in tutti i titoli. Marco Valerio Corini avrebbe cambiato il suo testamento in favore di sua sorella invece che della fidanzata ventenne, dalla cui denuncia ha preso le mosse l’inchiesta. Marzia Corini è medico anestesista in servizio all’Unità pisana di rianimazione, e qualche giornale ricorda che ha un passato di impegno volontario con Medici senza Frontiere e con Emergency in posti difficili come l’Iraq, la Cambogia, la Liberia. Io la conosco bene perché fa parte della mirabile squadra di pronto soccorso e di rianimazione di Pisa alla quale devo, con innumerevoli altri, di essere in vita. Restai affidato alle loro cure così a lungo e singolarmente, anche dopo esser uscito dal coma e aver ripreso la mia lucidità, che ebbi modo di conoscerli uno per uno, una per una, e di frequentarli anche dopo. Non dirò che spero che gli inquirenti che hanno preso una decisione così grave abbiano prove sufficienti. Non lo spero affatto. Spero che non ne abbiano, che abbiano preso un abbaglio. Ho un vantaggio su loro: conosco la giustizia, ma lo tengo per me. Ho un altro vantaggio: conosco Marzia Corini.

Adriano Sofri

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