Orizzonti 7

Luglio 2000. Point Pedro . Nord Sry Lanka ( penisola di Jaffna)
Arrivai a Colombo con un aereo di linea, insieme a turisti e coppie in viaggio di nozze che si recavano al Sud dell’isola,
La linea che ci separò fu molto netta sin dall’uscita dell’aeroporto .
Da una parte autisti in livrea che agitavano nomi su cartelli di plastica , o pullman di agenzie turistiche che aspettavano oziando sotto il sole indiano; dalla mia una Land Rover con il Logo di Medici senza Frontiere.
La mia prima missione in una zona di guerra. La mia vera missione per me. Il primo viaggio incredibile.
Il mio zaino venne caricato sul retro del fuoristrada e un autista dall’inglese improbabile mi accompagnò all’ufficio di MsF a Colombo .
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Orizzonti 6

Aprile 2010 . Timergara, Pakistan. Confine Afghano –Pakistano
Un paese che mi aveva accolto con il suo chiasso caldo, la sua lingua urlata e incomprensibile , a notte fonda.
Due giorni ad Islamabad per imparare le regole da non violare mai . Il mio posto di lavoro sarebbe stato un paese fondamentalista islamico.
Io ero la seconda donna che avrebbe lavorato lì.
Piegare la testa di fronte ad uomo, portandosi la mano al petto, il velo a coprire interamente il viso , lasciando scoperti solo gli occhi, come disporsi in macchina a seconda di quanti uomini erano presenti, come non mancare mai , mai di rispetto ad un uomo.
Ne andava non solo della sicurezza personale , ma di tutto il team.
A circa un’ora da Islamabad il mio autista si fermò bruscamente e mi fece cenno di indossare il velo.
Da allora in poi non avrei più potuto toglierlo. Solo in ospedale era permesso scoprire il viso, ma non i capelli.
Quel gesto così semplice, cambiò di colpo il mio stato. Ero diventata invisibile agli occhi degli uomini.

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Orizzonti 5

In questi mesi di processo, da Febbraio ad ora, ho avuto modo di conoscere le tante, mille facce della menzogna .
Prima che questa follia mi strappasse la vita, vedevo la menzogna come un essere maligno, ma astratto.
Era come un mondo che non mi apparteneva, che non mi travolgeva mai.
La prima volta che ho davvero conosciuto la bugia , la falsità è stato nel mio viaggio in Iraq, all’inizio della guerra.
Abbiamo atteso in Siria quasi un mese prima di ottenere il permesso di entrare in Iraq .
Ricordo che la sera, guardavamo tutti insieme il telegiornale americano, cercando di immaginarci dentro quei filmati di distruzione e morte .
Era esattamente lì che attendevamo di andare .
Le bombe e le granate piovevano in quel cielo iracheno , come in una follia di stelle cadenti.
Ma noi eravamo pronti, con i nostri camion . Pronti ad attrezzare un ospedale ovunque fosse stato necessario.
Pronti a saltare in quello schermo terrificante e farne parte, per salvare anche una sola vita.

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Orizzonti 4

Malakal , Sud Sudan .
La guerra civile stava incalzando questa cittadina fatta di sabbia e fango. La stringeva dai lati tagliandola come la chiudesse in una forbice.
Questo luogo dimenticato, malgrado l’attacco potesse arrivare da un momento all’altro, sembrava non curarsene.
Tutti noi la aspettavamo, come si aspetta un temporale. Senza fretta, con la certezza del suo arrivo, senza poter far nulla per poterlo evitare.
Abitavamo a qualche chilometro dall’Ospedale. Ci sembrava una distanza lunghissima , perché buche enormi nelle strade di terra battuta impedivano alle macchine di andare veloci .
Era una finta calma la nostra, ma ci regalava la nostra piccola routine quotidiana.
Aspettavamo.
Una donna friggeva buffe palline di farina e acqua davanti al nostro ufficio in una padella nera , sporca ed unta sulla brace che ardeva tutta la mattina.
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