Lettera al Direttore

Gentile Direttore,
siamo un gruppo di persone che dall’inizio del processo Corini segue ogni udienza.
Le scriviamo perché abbiamo letto l’articolo a firma Tiziano Ivani, comparso ieri sul vostro giornale. Il signor Ivani all’udienza non c’era, noi lo sappiamo perché eravamo lì.
È tanto tempo che gli articoli che vengono scritti non raccontano cosa succede in quell’aula.
L’articolo uscito ieri è veramente oltraggioso e noi, per rispetto della Giustizia, della Corte d’Assise, di Marzia e di noi stessi che siamo sempre presenti, non possiamo non reagire di fronte a questo modo così mistificatorio di raccontare la verità.
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Sono nell’ultima fila di un’aula, questa volta è l’aula dell’Università di Medicina di Novara . Sto aspettando che il mio collega di Medici senza Frontiere finisca la sua lezione, per tenere una lezione “fuori programma “ che questi ragazzi entusiasti e meravigliosi del corso di Medicina Umanitaria mi hanno chiesto di fare . Partiranno per la loro prima missione tra pochi mesi e in questa settimana di full immersion abbiamo cercato di comunicargli ogni conoscenza accumulata nel corso degli anni della nostra vita in missione.
Ho il computer acceso e non posso non vedere la foto del giornale che mi hanno inviato pochi giorni fa degli amici .
Un giornalista, Danilo D’anna , ha avuto il coraggio di raccontare con onestà quello che è successo in ben altra aula , quella del Tribunale di La Spezia.
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Stefano Pierpaoli

Marzia Corini è un medico anestesista e rianimatore. Venti anni fa ha scelto di svolgere la sua professione nei luoghi più sperduti e poveri del mondo. Ha curato e salvato tante persone. Soprattutto bambini. Lo ha fatto dormendo in tende e abitazioni di fortuna. Sotto le bombe, col rumore di sottofondo delle mitragliartici.
Regioni del mondo in cui non conta nulla il denaro. In cui avere 5 Euro o 500.000 Euro non fa nessuna differenza. Marzia tornerà lì e lo farà perché ama il suo lavoro e ama quel tipo di vita. Non rinuncerebbe per nulla al mondo alle esperienze di amore, di impegno e di solidarietà totalmente messa al servizio dei più poveri. Dei più dimenticati. Dei martoriati dalla guerra e dalla violenza. La sua vita è stata quella e quella tornerà ad essere.
Ci conosciamo da un primo giorno di scuola del 1975, prima media, Istituto Gesù-Maria a Roma. È passato qualche anno. Siamo amici da 43 anni.
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