Orizzonti 1

ORIZZONTI 1)
L’Università di Novara mi ha invitato, per il secondo anno , a far parte del corpo docente per un Master di Medicina Umanitaria . E’ rivolto a ragazzi dell’ultimo anno di Anestesia e Rianimazione e Medicina d’Urgenza in partenza per missioni Umanitarie .
Sono onorata che Medici senza Frontiere abbia fatto il mio nome e loro lo abbiano non solo accolto l’anno scorso ma richiesto anche quest’anno.
Oggi sto preparando le lezioni, scartabello fra le foto delle mie missioni per le diapositive , ripenso alle guerre che ho visto; quasi mi sembra di sentire l’odore della libertà, quella che avevo conquistato con la paura di saltare nel vuoto.
Sono ragazzi che si preparano al loro sogno, che è stato il mio . Sono entusiasti e curiosi, si sente nell’aria il loro scalpitare per partire, la paura di fallire, che sia “ troppo “.Mi rivedo così tanto in loro ed è un onore, vero, poter mettere la mia esperienza nelle loro mani. Insegnargli come non farsi sorprendere dal nulla che troveranno, come ricordare dimenticando tutto quello che hanno imparato qui .
Perché ovunque andranno sarà diverso , sarà meno . Comunque.
E loro dovranno imparare a gestire il poco che avranno.
La mia prima missione con Medici senza Frontiere. Nel 2000 . Nel Nord dello Sry Lanka , nella guerra delle Tigri Tamil.
La prima volta in una guerra, la prima volta il coprifuoco, le bombe , i feriti , i corpi per la strada, i campi minati.
La vicinanza con le persone con cui lavoravo. Gli affetti che crescono in un attimo, verticali. I contatti radio tre volte al giorno con la capitale per confermare che eravamo vivi. I viveri che arrivavano a singhiozzo con la chiatta della Croce Rossa.
Quell’arrivo rocambolesco, con i farmaci incerottati sulla pancia, per sfuggire all’embargo. Sperare che non ti perquisiscano. Il cuore che batte forte .
I ranocchi nella doccia , quando avevamo acqua. Le notti con le lampade a petrolio , spente appena calava il buio fitto per non essere un bersaglio.
Il rumore assordante degli elicotteri che volavano bassi la notte per trovare dove lasciare morte.
L’essere arrivati in tempo per quella singola vita . Fosse anche una sola in mesi e mesi, fa inciampare il cuore. Ricordi che non sbiadiscono mai.
Loro tra poco vivranno tutto questo, nel bene e nel male. Avranno paura forse, ma la supereranno. Sono certa non si pentiranno mai di questa scelta che apre a una vita insieme meravigliosa e cruda.
Passeremo insieme dall’ 8 al 13 Ottobre. A parlare, simulare , raccontare , discutere ed ascoltare.
Spero che ognuno di loro porti via un pezzetto di me, di quella che ero e sarò di nuovo dopo questa follia che sto subendo.
Spero che sentano il mio sorriso nei momenti difficili e ricordino sempre che sono già delle persone meravigliose. Perché stanno provando. A cambiare un piccolo coriandolo di mondo, che per chi li aspetta è la vita intera.

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