In questi mesi di processo, da Febbraio ad ora, ho avuto modo di conoscere le tante, mille facce della menzogna .
Prima che questa follia mi strappasse la vita, vedevo la menzogna come un essere maligno, ma astratto.
Era come un mondo che non mi apparteneva, che non mi travolgeva mai.
La prima volta che ho davvero conosciuto la bugia , la falsità è stato nel mio viaggio in Iraq, all’inizio della guerra.
Abbiamo atteso in Siria quasi un mese prima di ottenere il permesso di entrare in Iraq .
Ricordo che la sera, guardavamo tutti insieme il telegiornale americano, cercando di immaginarci dentro quei filmati di distruzione e morte .
Era esattamente lì che attendevamo di andare .
Le bombe e le granate piovevano in quel cielo iracheno , come in una follia di stelle cadenti.
Ma noi eravamo pronti, con i nostri camion . Pronti ad attrezzare un ospedale ovunque fosse stato necessario.
Pronti a saltare in quello schermo terrificante e farne parte, per salvare anche una sola vita.
Ognuno il proprio zaino, con le penne di adrenalina e le maschere antigas; sapevamo come mettere la testa dietro alle enormi ruote delle Jeep se ci avessero sparato.
Tutto era pronto.
Ripetevamo a memoria gli ordini rigorosi, camminare il meno possibile per non saltare sulle mine, mani immobili sui cruscotti ai check points americani, ne andava della vita di tutti .
Faceva paura quella guerra nello schermo della nostra televisione .
Ogni sera, ci sedevamo insieme a guardare la morte, aspettando.
Mi domandavo cosa pensassero gli altri , perché tutti cercavamo di sorridere all’idea che da li a poco saremmo stati al di là di quello schermo .
Saremmo stati parte di quei boati orrendi, di quel fuoco e di quella distruzione .
Quel giorno finalmente arrivò. Potevamo lasciare la Siria ed entrare in Iraq.
Era una mattina fredda e limpida . Facemmo colazione con uovo sodo e caffè caldo appoggiati ai camion .
Qualcuno scherzò , dicendo di sbrigarsi , perché avremmo fatto tardi per la guerra .
Poi la carovana di camion e Jeep si mise in marcia, come cammelli sonnolenti in quell’alba fredda.
Passammo la frontiera , ed entrammo nelle fauci del mostro.
Fu un viaggio molto lungo , ma più passavano le ore più lo spettacolo che si presentava ai nostri occhi era così diverso da quello schermo .
C’era una strana calma. Non vedevamo fuochi o sentivamo esplosioni di bombe. Nessun corpo abbandonato nella strada, come eravamo abituati ormai a vedere ogni sera .
Passammo il Tigri e poi l’Eufrate , a ricordarci i nostri libri di scuola e il calore della normalità.
Arrivammo a Kirkuk , a nord di Bagdad e subito ci fermammo nel primo ospedale della città .
Trovammo i medici al lavoro , ci offrirono un thè .
Non avevano bisogno di noi , ci dissero , perché per quanto orribile , mostruosa e folle quell’inizio della guerra era davvero “ chirurgica “ .
Usarono questo termine. Pochissimi morti tra i civili . Ci esortarono a visitare gli obitori e così facemmo , censendo i cadaveri .
Ma noi avevamo negli occhi quelle immagini , dove la terra esplodeva di violenza , dove non c’era pace tra un fragore e l’altro.
Ma erano immagini , non la realtà. Non allora almeno.
Era per rendere una mostruosità ancora più sensazionale che veniva venduta al mondo una menzogna ?
Era una falsità mediatica , mondiale . L’orrore nell’orrore.
Il cuore della falsità forse risiede esattamente lì. Nel creare il sensazionale.
Quando l’assurdità non basta bisogna impregnarla di orrore, ingigantirla di bugia. Solo così la si rende perfetta e vendibile .
E se precipito tutto questo , come una meteora , che cade violentissima su una persona qualunque , di una vita qualunque , come è la mia , il meccanismo è lo stesso .
La menzogna è fedele a sé stessa e segue le proprie regole.
In quell’aula di Tribunale, sto vedendo sfilare delle persone che mentono sapendo di mentire . Ma mentre lo fanno non mi guardano mai negli occhi, mentre io non smetto di cercare i loro .
Alcuni inventano dialoghi mai esistiti, ed io so , con la certezza di chi ha vissuto quello stesso momento , che sono bugie .
Le circostanze e i luoghi , si accavallano come su di un vetro insaponato.
Cerco il loro sguardo , continuamente . Ma loro non lo alzano mai verso di me . Mai una sola volta.
Che effetto deve fare mentire con la certezza assoluta di farlo ?
Cosa penseranno di se stessi mentre vanno via , mentre scendono le scale o incontrano persone in ascensore?
Come fanno a non provare pena per se stessi ?
Sanno di essere persone piccolissime, nel loro piccolo quarto d’ora di notorietà , che spendono da vigliacchi?
Oppure forse sono fieri della loro falsità.
Pensano di distruggere, magari di essere potenti e intoccabili.
Ma allora , se è questo che pensate di voi , vigliacchi e bugiardi, perché non lo fate cercando i miei occhi.
Io sono lì , davanti a voi . E vi sto fissando, mentre pesate in denaro la morte di mio fratello .